Il bergamotto di Calabria



 


Il prezioso bergamotto nasce solo qui, in questo lembo di terra calabrese che va da Villa San Giovanni a Monasterace.

Non si sa bene quando e perché, ma quello che è definito il più prezioso agrume al mondo è il frutto di una mutazione genetica del limone e dell’arancio amaro che è avvenuta in terra calabra e si rifiuta di attecchire altrove.

Anche l’origine del nome è incerta, l’ipotesi più accreditata è che derivi dal turco bey armudu che significa pero del principe, con riferimento alla somiglianza con la pera bergamotta, varietà dalla polpa succosa, acidula e profumata.

Il bergamotto è apprezzato per il suo altissimo contenuto di vitamina A, E, C, Bl, B2, P, utile quindi per i disturbi ossei, cardiaci ed epatobiliari. Ma la parte nobile e pregiatissima del citrus calabrese, che gli è valso il riconoscimento Dop, è l’olio essenziale di bergamotto, prodotto incomparabile per la quantità elevata di alcune sostanze ma soprattutto per le proprietà uniche che possiede e che lo rendono il più famoso e richiesto al mondo.

E’ composto da circa 350 elementi chimici e per produrre 1 kg di olio essenziale, vengono spremuti 250 chili di bucce. Per le sue proprietà è utilizzato in diversi settori: cosmetico, farmaceutico, gastronomico. Viene utilizzato in fitoterapia e aromaterapia e in molti prodotti di uso comune come profumi, shampo e creme per il viso e per il corpo, il tè Earl Grey e molti altri.

 


Le prime tracce del bergamotto si trovano in alcuni testi della fine del 1400 ma compare per la prima volta ufficialmente nella storia nel 1536, sotto forma di bergamini confetti (bucce di bergamotto candite) nel menu del sontuoso banchetto offerto a Roma dal Cardinale Campeggi in onore dell’Imperatore Carlo V. Nello stesso periodo arriva alla corte di Cosimo I de’ Medici, tra il 1537 e il 1574, dove un certo Bernardo Buontalenti creò un sorbetto composto da una crema aromatizzata con bergamotto, limoni ed arance.

Il vero debutto però fu in Francia, alla corte di Luigi XIV, detto Re Sole. Le cronache del tempo narrano dell’arrivo alla splendida reggia di Versailles di un tal Francesco Procopio de’ Coltelli, gentiluomo siciliano proveniente forse da Palermo.

Con sé aveva portato alcuni fusti di rame contenenti un denso e misterioso liquido profumatissimo, da cui ricavava una fragranza straordinaria mai sentita prima: era l’acqua di bergamotto.

Procopio l’aveva scoperta nel suo passaggio da Messina alla sponda reggina dello Stretto, e aveva pensato bene di esportare quell'agrume strano che permeava con il suo profumo quello splendido scorcio di Calabria.

Procopio presentò il suo preparato al Re Sole, che subito ne fu entusiasta e fu il primo ad adottarlo nella sua toilette mattutina e in tutti gli ambienti che frequentava. Il successo fu grandissimo e quanto mai utile, in un tempo in cui i medici sconsigliavano l’uso dell’acqua perché si pensava portasse le peggiori malattie.

L’acqua miracolosa era fresca e delicata, molto più gradevole delle essenze dolciastre dell’epoca, e aiutò in parte a risolvere i problemi igienici e i cattivi odori della più sfarzosa corte d’Europa. La fama del siciliano Procopio aumentò ancor di più quando presentò al Re, notoriamente goloso, i suoi sorbetti fatti secondo la ricetta innovativa di un suo nonno, che a sua volta l’aveva imparata dagli arabi.

Presto Procopio diventò Francois Procope des Couteaux ed ebbe dal Re Sole la lettera patente, in pratica la concessione reale alla produzione di specialità come acque gelate, cioè le granite, e sorbetti agli agrumi o al bergamotto. Sull’onda di questo successo e con l’appoggio ufficiale del Re, fondò a Parigi nel 1686 il Café Procope, il più antico caffè del mondo.

Il locale, ancora esistente, era al numero 13 di Rue de l’Ancien Comedie, di fronte alla famosa Comédie Francaise dove all’epoca si esibiva la Compagnia di Molière, e divenne ben presto famoso poiché vi si serviva non soltanto uno squisito caffè ma anche granite e sorbetti al bergamotto e non solo.


Nel 1704 nella ricca e colta città tedesca di Colonia un altro italiano, il commerciante ambulante Gian Paolo Feminis, inventò un’acqua da toeletta nuova e specialissima a base di essenza di bergamotto. La chiamò Colonia, in onore della città che lo ospitava, e da allora questo nome divenne per sempre sinonimo di profumo.

L’intraprendente italiano aveva conosciuto l’essenza di bergamotto intorno al 1660 sostando a Reggio Calabria per lavoro e in seguito, oltre ad inventare quello che divenne il profumo per eccellenza, scoprì che l’olio di quell’agrume fissava anche le altre fragranze. L’olio essenziale di bergamotto divenne, ed è così ancor oggi, l’ingrediente indispensabile nella fabbricazione di qualsiasi tipo di profumo.

La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto fu opera, nel 1750, del proprietario Nicola Parisi lungo la costa reggina dove oggi si trova, nel cuore della città, il Lido comunale Zerbi. Originariamente l'essenza veniva estratta a mano dalla scorza e bisogna arrivare fino al 1844 per l’estrazione con una macchina di invenzione del reggino Nicola Barillà.

Fonte:qui

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