La Fabbrica di liquirizia Amarelli a Rossano, in Calabria, un esempio
unico di impresa familiare che ha saputo coniugare tradizione ed
innovazione, rappresenta una testimonianza preziosa di archeologia
industriale.
La pianta della liquirizia, conosciuta ed impiegata da circa 35
secoli, è presente in molti paesi, ma – secondo quanto autorevolmente
afferma l’Enciclopedia Britannica – la migliore qualità di liquirizia
“is made in Calabria”.
La famiglia dei Baroni Amarelli è legata alla produzione della liquirizia sin dal 1500.
Nel 1731, secondo la tradizione, viene fondato l’attuale “concio”,
manifattura di esclusiva proprietà familiare, alla cui attività fu dato
particolare impulso nel 1800 con il miglioramento dei trasporti
marittimi e con i privilegi e le agevolazioni fiscali concesse dai
Borbone a queste industrie tipiche.
Intorno al 1840 abbiamo testimonianza della vasta attività di
Domenico – allargata fino alla capitale, Napoli – e di quella dei suoi
discendenti, per giungere a Nicola che nel 1907 (come descritto nella
Rivista Agraria dell’Università di Napoli) ammodernò la lavorazione con
due caldaie a vapore destinate, rispettivamente, a preparare la pasta di
radice e ad estrarne il succo, mentre una pompa a motore da 200
atmosfere metteva in azione i torchi idraulici per comprimere di nuovo
la pasta e ricavarne altro liquido.
L’azienda Amarelli ha ancor oggi la
propria sede in un’antichissima dimora di famiglia, edificio risalente al 1400
almeno per quanto riguarda l’impianto basilare, mentre l’attuale
facciata è del 1600 (esclusa un’ala ricostruita duecento anno or sono
dopo un incendio). La costruzione, che fa parte dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane,
presenta l’aspetto di una struttura di difesa di impronta feudale, con
un’imponente corpo di fabbrica al centro di un agglomerato abitativo,
costituito dalle case di coloro che operavano nell’azienda.
Il complesso, nella sua interezza, è, purtroppo poco visibile perché
la superstrada ha tagliato in due, con un devastante intervento, questo
bell’esempio di organizzazione difensivo-lavorativa, ma la mole del
palazzo conserva tuttora il suo fascino.
In questo edificio sono alloggiati la Direzione, il Tourist Office,
uno shop e il Museum Café; in un’altra ala della stessa struttura è
ospitato il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”, mentre gli uffici
amministrativi sono ubicati in un’antica costruzione di recente
elegantemente restaurata.
Di fronte, accanto ai capannoni del reparto produzione, svetta la
ciminiera della caldaia, museo di se stessa, che porta la data del 1907 e
che fu considerata, all’epoca, un impianto modernissimo. Ancora
funzionante, anche se non più attiva, veniva alimentata con la sansa,
residuo della lavorazione delle olive dopo averne estratto l’olio.
Nei capannoni dove si lavora la liquirizia troviamo ancora una grande
macina di pietra del 1700, ovviamente non più utilizzata, che serviva
per schiacciare i rami di liquirizia. Qui la lavorazione non è dissimile
da quella mirabilmente descritta e illustrata dai grandi viaggiatori
del diciottesimo secolo, fra cui l’Abate di Saint-Non, ma ogni processo è
adeguato in base alle più esigenti prescrizioni in tema di igiene e
sicurezza sul lavoro, tuttavia c’è ancora un “mastro liquiriziaio” che
controlla l’esatto punto di solidificazione del prodotto.
Nel centro storico della Rossano antica, vi è, infine, un Palazzo
Amarelli risalente alla prima metà dell’Ottocento, dove erano ubicati
altri Uffici Amministrativi dell’Azienda, mentre attualmente, al piano
terra sul Corso Garibaldi, ci sono ancora le vetrine di un vecchio punto
vendita della liquirizia Amarelli allestito con i medesimi arredi di un
tempo.
Oggi, la gamma dei prodotti “Amarelli” comprende tutto quanto si può
ricavare dalle radici di liquirizia: dal semplice bastoncino di legno
grezzo ai prodotti più fantasiosi come il liquore, la birra, la grappa,
il cioccolato, i biscotti e altro ancora. Con la sua produzione la
Amarelli è presente in tutti i mercati nazionali, in Europa,
nell’America del Nord ed in quella meridionale, in Oriente ed in
Australia.
Archeologia Industriale: Il Museo della liquirizia Giorgio Amarelli e l’Archivio Amarelli
Il 21 luglio 2001 si è inaugurato il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”.
La famiglia Amarelli ne ha voluto fortemente la realizzazione nel
desiderio di presentare al pubblico una singolare esperienza
imprenditoriale, nonché la storia di un prodotto unico del territorio
calabrese: in mostra preziosi cimeli di famiglia, utensili agricoli, una
collezione di abiti antichi da donna, uomo e bambino a testimoniare
l’origine familiare dell’azienda e, infine, macchine per la lavorazione
della liquirizia, documenti d’archivio, libri e grafica d’epoca.
Il 26 novembre 2011 viene inaugurata una nuova sala del Museo della
liquirizia “Giorgio Amarelli”, la galleria della modernità e del
presente. Fra antichi tralicci e guidati dalla fascinosa luce di alcune
lampade Edison si dipana la storia dell’introduzione dell’energia
trasportata e della rivoluzionaria trasformazione avvenuta
nell’organizzazione delle imprese e, nello specifico, nel “Concio”
Amarelli. Internazionalizzazione, creazione di nuovi prodotti dove la
liquirizia si declina con gusto e fantasia, apertura all’alta
ristorazione e confezioni rispettose dell’ambiente che riproducono
antiche immagini sono in mostra attraverso il filo conduttore
dell’elettricità e dell’elettronica con la proiezione verso un futuro
sempre più sofisticato e tecnologico.
Con decreto del Ministero per i Beni e le attività Culturali del
20 dicembre 2012 l’Archivio Amarelli è stato dichiarato d’interesse storico
particolarmente importante. L’Archivio è conservato presso il Museo
della Liquirizia e raccoglie documenti della famiglia e dell’impresa dal
1445 ad oggi.
Il Museo della liquirizia Giorgio Amarelli fa parte dell’
Associazione Museimpresa.
Premi e riconoscimenti per la Fabbrica di liquirizia Amarelli
Le liquirizie Amarelli hanno ricevuto, fin dal secolo scorso, una diversi riconoscimenti e premi, tra i quali:
Nel 1987 l’Azienda ha ottenuto la medaglia d’oro della Società
Chimica Italiana, per aver saputo coniugare la più avanzata tecnologia
con il rispetto della tradizione tipica artigianale.
Nel 1996 l’Azienda è stata cooptata nell’Associazione internazionale “
Les Hénokiens”, con sede a Parigi.
Per essere chiamati a far parte di questa associazione è necessario che
le Aziende rispondano, contemporaneamente, a tre criteri indispensabili
per l’ammissione:
1. antichità, rappresentata da almeno duecento anni di vita aziendale e comprovata da documenti scritti originali;
2. rapporto di filiazione, ovvero che vi sia una discendenza diretta degli attuali proprietari rispetto al fondatore;
3. dinamismo e buon andamento finanziario, nonché le prove di essere un
attore del tessuto economico del proprio paese e del proprio mercato.
Il 17 novembre 2001 la Amarelli, ha ricevuto a Venezia il Premio
Guggenheim – Premio Speciale Il Sole 24 Ore – assegnato alla migliore
azienda debuttante.
Nell’Aprile
2004 le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo al
“Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli” appartenente alla serie
tematica “Il Patrimonio Artistico e Culturale Italiano”, emesso in
3.500.000 esemplari.
Nel 2008 l’azienda riceve il premio Leonardo Qualità Italiana e viene
chiamata a far parte del Comitato Leonardo, Italian Quality Committee.
Nel 2012 nasce l’
Unione Imprese Storiche Italiane,
la Amarelli viene invitata ad essere socio fondatore e la
vicepresidenza viene affidata a Pina Amarelli la quale, inoltre, ricopre
l’incarico di Presidente del Distretto dell’Italia Meridionale.
Fonte: archeologiaindustriale.net
Info:
Museo della Liquirizia Amarelli
SS 106 – Contrada Amarelli 87067 Rossano (CS) Italy
Tel 0983 511 219
www.museodellaliquirizia.it /
www.amarelli.it /
info@museodellaliquirizia.it
Tutti i giorni è possibile visitare il Museo e di mattina, dal lunedì al
venerdì, si può seguire anche il ciclo produttivo dalla radice alla
liquirizia.
Le visite, gratuite, sono guidate e vanno prenotate.