lunedì 30 gennaio 2017

La Calabria è la meta dell'estate secondo il New York Times



Ci voleva il New York Times per  rilanciare il turismo in Calabria? La risposta è tanto scontata quanto fastidiosa: sì. La scelta del magazine più influente al mondo potrebbe cambiare il concetto - italianissimo in primis - che vuole la Calabria la punta dello stivale ma il fanalino di coda delle mete estive dello splendido meridione? Perché: se il National Geographic eleva la Puglia a regione perfetta “simbolo” di un’Italia senza tempo e la polemica (tanto vecchia quanto attuale) della Sicilia vessata da Roberto Vecchione avevano mosso moti molto campanilisti ora è il turno della Calabria. Secondo Danielle Pergament la regione italiana è tra le 52 mete da vedere nel 2017. Posizione? 37esima (primo posto al secchionissimo Canada).
Ma attenzione: la Calabria si piazza anche prima delle Lofoten, capolavoro norvegese inaccessibile e desiderassimo (just in case: qui la nostra guida). Come fu per il quartiere Isola di Milano anche la Calabria finisce sul giornale più importante al mondo per un ottimo motivo: essere stata troppo ignorata. Fino a ora. Calabresi poco propensi al turismo nonostante detengano le spiagge più belle del mondo (ottima posizione di Marina dell'Isola). Calabresi che amano tornare a casa ma evitano il turismo scaltro degli stranieri? Calabresi tutto soppressata & bergamotto? Bingo. E qui viene la scelta vincente secondo il New York Times.


Dunque: cosa vedere in Calabria? Secondo la penna del NYT la Calabria più che da vedere è da gustare «alcuni dei migliori pranzi in Italia non li ho fatti a Roma o in Toscana: ma in Calabria. Ci sono ristoranti di ricerca eccellenti come il Ruris, Dattilo, e che dire di Antonio Abbruzzino a Catanzaro». La lista è, ça va sans dire, legata alle eccellenze gastronomiche: per la lista di cosa vedere il NYT sceglie la strategia (migliore) del lasciar commentare ai locals su Facebook. Intanto i nostri 4 consigli per pensare - seriamente - a una vacanza per sagre in Calabria. Niente nasi arricciati: lo dice il New York Times, no...?

Bergamotto di Calabria praticamente l’elisir di lunga vita poco conosciuto se non per chi ama i profumi (l’essenziale per la cosmesi naturale). In Calabria vi sono mille e 500 ettari di agrumeti per una media annuale di 200 mila chili di bergamotto doc.

Liquirizia di Rossano. Il collezionismo delle scatoline di latta nasce (anche) da qui: dalla Amarelli, azienda di Rossano Calabro che ha reso eccellenza la liquirizia da borsetta (da cui le famose scatoline). la storia della Amarelli ha radici “di liquirizia” già dal 1500 .

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sabato 28 gennaio 2017

Il borgo di Belcastro

L’imponenza dei ruderi del Castello dei Conti d’Aquino domina l’intero paesaggio sottostante, il cui centro  abitato più antico, seguendo l’andamento della montagna, si adagia e si snoda per le sue  pendici declivi, quasi nascondendosi nella vallata che lo separa a settentrione da un’altra roccaforte più vecchia ed antica, mentre a mezzogiorno l'edilizia più recente sembra fare timido capolino in un mare di ulivi.  Dall’alto, tra le austere rovine della fortezza, la statua di San Tommaso, eretta nei primi anni settanta, sembra vegliare su Belcastro e i suoi abitanti.  Dai contrafforti abitati si distende, attraversando il fiume Nàsari, un’interminabile serie di colline argillose, che come onde si rincorrono l’una dietro l’altra conferendo movimento al panorama.  A tale quadretto collinare si aggiunge, al pari fascinoso, quello della Marina, che va a  perdersi incontaminata nel mare Jonio, lasciandosi dietro un’ampia spiaggia dalla sabbia chiara e sottilissima.
(Da Enciclopedia dei Comuni della Calabria, edita da "Il Quotidiano").



 
Di antiche e incerte origini, nonché presunto borgo natio di San Tommaso D'Aquino, il paese è dominato dai resti del castello trecentesco dei conti d'Aquino e conserva un suggestivo centro storico.
A Belcastro ci si può fermare per acquistare i rinomati prodotti da forno (pane, taralli, biscotti, frese).
VIDEO:


Pizzo vista dall’alto tramite un drone

 Pizzo Calabro
 Dall’alto si possono ammirare molti particolari che rendono   ancora  più bella questa cittadina
 Alla riscoperta di Pizzo Calabro (VV) .
 Un filmato in 4K realizzato da Giorgio Zimatore(che ringraziamo per le belle riprese) 




IL VIDEO QUI 


 
fonte:Facebook

venerdì 27 gennaio 2017

Grotta Azzurra all'Isola di Dino Praia a Mare Calabria

Interno della Grotta Azzurra all'Isola di Dino - Praia a Mare Calabria


mercoledì 25 gennaio 2017

Geo&Geo in visita al Parco Nazionale della Sila





 
Anche la televisione sembra essersi innamorata della Sila, e ancora una volta una emittente nazionale ha ceduto al fascino di questi luoghi.

Nei giorni scorsi, infatti, la nota trasmissione di Rai 3 Geo&Geo ha dedicato una visita, che andrà in onda prossimamente, proprio al Parco Nazionale della Sila/Riserva della Biosfera «Mab-Sila» dell’Unesco.

Il Parco, da parte sua, ha deciso di indossare il vestito buono per ricevere la troupe della Rai, e si è fatto trovare coperto di neve e con i suoi laghi completamente ghiacciati.

Anche gli inviati di Geo&Geo, nonostante il loro lavoro consista proprio nel visitare posti meravigliosi, sono rimasti entusiasti dello spettacolo a cui hanno potuto assistere.

Il Parco copre un'area vastissima di ben oltre 73.000 ettari, ma spostandosi dai «Giganti di Fallistro», Carlomango, al bellissimo e recentemente ristrutturato «Arboreto Sbanditi», e prestando naturalmente una speciale attenzione a Lorica – sede dell’Ente Parco – ed al suo splendido lago Arvo, la troupe di Rai 3 ha comunque cercato, per quanto possibile nel tempo a loro disposizione, di farne una panoramica rappresentativa.

La troupe, accompagnata dal commissario straordinario del Parco Sonia Ferrari, ha anche incontrato una rappresentanza dei produttori locali.

«Noi eravamo già orgogliosi dei tanti risultati importanti conseguiti, ultimo, ma solo in ordine di tempo, il riconoscimento dello status di Riserva della Biosfera da parte dell'Unesco», ha ricordato la prof.ssa Ferrari, «ma inorgoglisce quando anche realtà importanti come la Rai finiscono per accorgersi del lavoro che abbiamo portato a termine. Possiamo ricordare oltre alla collaborazione con il Fai, grazie alla quale i Giganti di Fallistro sono diventati il primo ed unico bene Fai in Calabria, il rifacimento della rete sentieristica in collaborazione con il Cai e i numerosi progetti di tutela della biodiversità tra i quali quello del lupo, emblema del Parco, o tante altre iniziative».

Non appena verrà stabilita una data per la messa in onda vi aggiorneremo, di modo che riusciate a non perdervi la messa in onda di questa puntata dedicata ai nostri gioielli naturalistici; o ancora meglio ritagliate un po' di tempo e venite a visitare il Parco Nazionale della Sila di persona.

«La nostra "specialità" è del resto da sempre l'accoglienza», ha rimarcato il direttore f.f. del Parco Giuseppe Luzzi. «riconoscimenti importanti come l'Area MAB fanno certamente piacere, ma ancor di più apprezziamo la possibilità di tutelare e trasmettere alle prossime generazioni questi luoghi incontaminati.

fonte:www.reportageonline.it

martedì 24 gennaio 2017

Gerace (RC) - Chiesa di San Martino








Gerace (RC) - Chiesa di San Martino
Di origine bizantina, come testimoniato da una piccola necropoli trovata nelle adiacenze, fu ricostruita dopo il terremoto del 1783.





                                         S.Martino
 La facciata è di gusto tardobarocco-neoclassico, con torre campanaria cuspidata. L’interno, a navata unica, anticamente ospitava un pregiato organo a canne.

Abruzzo, precipita elicottero del 118 a Campo Felice.



   Video:

  
l velivolo caduto durante il recupero di un ferito su una pista da sci. Morti i due piloti, un medico, un infermiere, un addetto del soccorso alpino e lo sciatore. Condizioni meteo pessime: la scarsa visibilità, o un guasto tecnico potrebbero aver provocato lo schianto
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fonte: www.corriere.it

domenica 22 gennaio 2017

Apparizione volto di Gesù in un albero d’ulivo a Sant’Onofrio 1987



 



Il volto del Cristo sull’ulivo a Scarpaleggia. (Dalla “Gazzetta del Sud” – 7 giugno 1987). Nel mese di aprile 1987 le cronache dei giornali riportano un fatto straordinario, dai contorni miracolistici: in una località del vibonese, presso Sant’Onofrio, su un ulivo centenario, si sarebbe formata l’immagine del Cristo. La Chiesa, con la sua millenaria prudenza non si pronuncia, ne può, d’altronde, sciogliere gli enigmi che la fantasia popolare qualifica già come eventi reali e indubitabili. La zona dell’apparizione si trasforma immediatamente: sul posto bancarelle, sbucate improvvisamente, dove, si vende di tutto, supporti per colorare di scampagnata una visita che doveva verificare e far luce su un mistero naturale o soprannaturale: è la civiltà del consumismo che non arretra neppure di fronte a fatti straordinari, anzi si serve di essi per riaffermarsi. E’ un brano di una introspezione comparata che riporta alla mente altri dubbi, altre storie di uomini, ma che riesce a scavare all’interno di questa rinata e convulsa frenesia religiosa e pagana insieme, coinvolgendo, in prima persona, lo stesso autore: il mistero della fede e dell’ignoto conserva sempre il suo grande richiamo

testo di:Melissandra

Melaverde condotta da Edoardo Raspelli andata in onda oggi 22 Gennaio Un video che ci porta in Calabria, nella Piana di Rosarno, Gioia Tauro.







La trasmissione Melaverde condotta da Edoardo Raspelli andata in onda oggi 22 gennaio alle ore 11:50 su Canale5 ci porterà in Calabria, nella Piana di Rosarno, Gioia Tauro. Con gli interventi di dirigenti e imprenditori di Coldiretti e del responsabile Regionale di Campagna Amica Coldiretti Pietro Sirianni, si parlerà di agrumi e frutta tropicale. Ricordiamo un dato: un quarto della produzione nazionale di agrumi si raccoglie proprio in Calabria. Ecco il video: Un settore importantissimo per l’agricoltura, che si sviluppa su 32 mila ettari di territorio con tantissime aziende coinvolte. Si parlerà di antichi e nuovi sistemi di allevamento, e si vedrà anche, come oggi, la tecnologia, grazie ai droni, riesca ad aiutare i coltivatori a controllare la salute degli agrumeti.

 

Una parte sarà dedicata agli agrumi che vengono lavorati e trasformati dopo la raccolta, in succhi e canditi e come in cucina e in pasticceria gli agrumi possano essere protagonisti.

sabato 21 gennaio 2017

Liquirizia Amarelli in Calabria( un esempio unico di impresa familiare che ha saputo coniugare tradizione ed innovazione)

La Fabbrica di liquirizia Amarelli a Rossano, in Calabria, un esempio unico di impresa familiare che ha saputo coniugare tradizione ed innovazione, rappresenta una testimonianza preziosa di archeologia industriale.













La pianta della liquirizia, conosciuta ed impiegata da circa 35 secoli, è presente in molti paesi, ma – secondo quanto autorevolmente afferma l’Enciclopedia Britannica – la migliore qualità di liquirizia “is made in Calabria”.

La famiglia dei Baroni Amarelli è legata alla produzione della liquirizia sin dal 1500.
Nel 1731, secondo la tradizione, viene fondato l’attuale “concio”, manifattura di esclusiva proprietà familiare, alla cui attività fu dato particolare impulso nel 1800 con il miglioramento dei trasporti marittimi e con i privilegi e le agevolazioni fiscali concesse dai Borbone a queste industrie tipiche.
Intorno al 1840 abbiamo testimonianza della vasta attività di Domenico – allargata fino alla capitale, Napoli – e di quella dei suoi discendenti, per giungere a Nicola che nel 1907 (come descritto nella Rivista Agraria dell’Università di Napoli) ammodernò la lavorazione con due caldaie a vapore destinate, rispettivamente, a preparare la pasta di radice e ad estrarne il succo, mentre una pompa a motore da 200 atmosfere metteva in azione i torchi idraulici per comprimere di nuovo la pasta e ricavarne altro liquido.
L’azienda Amarelli ha ancor oggi la propria sede in un’antichissima dimora di famiglia, edificio risalente al 1400 almeno per quanto riguarda l’impianto basilare, mentre l’attuale facciata è del 1600 (esclusa un’ala ricostruita duecento anno or sono dopo un incendio). La costruzione, che fa parte dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane, presenta l’aspetto di una struttura di difesa di impronta feudale, con un’imponente corpo di fabbrica al centro di un agglomerato abitativo, costituito dalle case di coloro che operavano nell’azienda.
Il complesso, nella sua interezza, è, purtroppo poco visibile perché la superstrada ha tagliato in due, con un devastante intervento, questo bell’esempio di organizzazione difensivo-lavorativa, ma la mole del palazzo conserva tuttora il suo fascino.
In questo edificio sono alloggiati la Direzione, il Tourist Office, uno shop e il Museum Café; in un’altra ala della stessa struttura è ospitato il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”, mentre gli uffici amministrativi sono ubicati in un’antica costruzione di recente elegantemente restaurata.
Di fronte, accanto ai capannoni del reparto produzione, svetta la ciminiera della caldaia, museo di se stessa, che porta la data del 1907 e che fu considerata, all’epoca, un impianto modernissimo. Ancora funzionante, anche se non più attiva, veniva alimentata con la sansa, residuo della lavorazione delle olive dopo averne estratto l’olio.
Nei capannoni dove si lavora la liquirizia troviamo ancora una grande macina di pietra del 1700, ovviamente non più utilizzata, che serviva per schiacciare i rami di liquirizia. Qui la lavorazione non è dissimile da quella mirabilmente descritta e illustrata dai grandi viaggiatori del diciottesimo secolo, fra cui l’Abate di Saint-Non, ma ogni processo è adeguato in base alle più esigenti prescrizioni in tema di igiene e sicurezza sul lavoro, tuttavia c’è ancora un “mastro liquiriziaio” che controlla l’esatto punto di solidificazione del prodotto.
Nel centro storico della Rossano antica, vi è, infine, un Palazzo Amarelli risalente alla prima metà dell’Ottocento, dove erano ubicati altri Uffici Amministrativi dell’Azienda, mentre attualmente, al piano terra sul Corso Garibaldi, ci sono ancora le vetrine di un vecchio punto vendita della liquirizia Amarelli allestito con i medesimi arredi di un tempo.
Oggi, la gamma dei prodotti “Amarelli” comprende tutto quanto si può ricavare dalle radici di liquirizia: dal semplice bastoncino di legno grezzo ai prodotti più fantasiosi come il liquore, la birra, la grappa, il cioccolato, i biscotti e altro ancora. Con la sua produzione la Amarelli è presente in tutti i mercati nazionali, in Europa, nell’America del Nord ed in quella meridionale, in Oriente ed in Australia.

Archeologia Industriale: Il Museo della liquirizia Giorgio Amarelli e l’Archivio Amarelli

Il 21 luglio 2001 si è inaugurato il Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”. La famiglia Amarelli ne ha voluto fortemente la realizzazione nel desiderio di presentare al pubblico una singolare esperienza imprenditoriale, nonché la storia di un prodotto unico del territorio calabrese: in mostra preziosi cimeli di famiglia, utensili agricoli, una collezione di abiti antichi da donna, uomo e bambino a testimoniare l’origine familiare dell’azienda e, infine, macchine per la lavorazione della liquirizia, documenti d’archivio, libri e grafica d’epoca.
Il 26 novembre 2011 viene inaugurata una nuova sala del Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”, la galleria della modernità e del presente. Fra antichi tralicci e guidati dalla fascinosa luce di alcune lampade Edison si dipana la storia dell’introduzione dell’energia trasportata e della rivoluzionaria trasformazione avvenuta nell’organizzazione delle imprese e, nello specifico, nel “Concio” Amarelli. Internazionalizzazione, creazione di nuovi prodotti dove la liquirizia si declina con gusto e fantasia, apertura all’alta ristorazione e confezioni rispettose dell’ambiente che riproducono antiche immagini sono in mostra attraverso il filo conduttore dell’elettricità e dell’elettronica con la proiezione verso un futuro sempre più sofisticato e tecnologico.
Con decreto del Ministero per i Beni e le attività Culturali del 20 dicembre 2012 l’Archivio Amarelli è stato dichiarato d’interesse storico particolarmente importante. L’Archivio è conservato presso il Museo della Liquirizia e raccoglie documenti della famiglia e dell’impresa dal 1445 ad oggi.
Il Museo della liquirizia Giorgio Amarelli fa parte dell’Associazione Museimpresa.

Premi e riconoscimenti per la Fabbrica di liquirizia Amarelli

Le liquirizie Amarelli hanno ricevuto, fin dal secolo scorso, una diversi riconoscimenti e premi, tra i quali:
Nel 1987 l’Azienda ha ottenuto la medaglia d’oro della Società Chimica Italiana, per aver saputo coniugare la più avanzata tecnologia con il rispetto della tradizione tipica artigianale.
Nel 1996 l’Azienda è stata cooptata nell’Associazione internazionale “Les Hénokiens”, con sede a Parigi.
Per essere chiamati a far parte di questa associazione è necessario che le Aziende rispondano, contemporaneamente, a tre criteri indispensabili per l’ammissione:
1. antichità, rappresentata da almeno duecento anni di vita aziendale e comprovata da documenti scritti originali;
2. rapporto di filiazione, ovvero che vi sia una discendenza diretta degli attuali proprietari rispetto al fondatore;
3. dinamismo e buon andamento finanziario, nonché le prove di essere un attore del tessuto economico del proprio paese e del proprio mercato.
Il 17 novembre 2001 la Amarelli, ha ricevuto a Venezia il Premio Guggenheim – Premio Speciale Il Sole 24 Ore – assegnato alla migliore azienda debuttante.
Nell’Aprile 2004 le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo al “Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli” appartenente alla serie tematica “Il Patrimonio Artistico e Culturale Italiano”, emesso in 3.500.000 esemplari.
Nel 2008 l’azienda riceve il premio Leonardo Qualità Italiana e viene chiamata a far parte del Comitato Leonardo, Italian Quality Committee.
Nel 2012 nasce l’Unione Imprese Storiche Italiane, la Amarelli viene invitata ad essere socio fondatore e la vicepresidenza viene affidata a Pina Amarelli la quale, inoltre, ricopre l’incarico di Presidente del Distretto dell’Italia Meridionale.
Fonte: archeologiaindustriale.net

Info:
Museo della Liquirizia Amarelli
SS 106 – Contrada Amarelli 87067 Rossano (CS) Italy
Tel 0983 511 219 www.museodellaliquirizia.it / www.amarelli.it / info@museodellaliquirizia.it
Tutti i giorni è possibile visitare il Museo e di mattina, dal lunedì al venerdì, si può seguire anche il ciclo produttivo dalla radice alla liquirizia.
Le visite, gratuite, sono guidate e vanno prenotate.

Sci vista mare in Calabria(Gambarie d’Aspromonte)

Gambarie, nel comune di Santo Stefano in Aspromonte, è la più meridionale delle stazioni sciistiche italiane (con l’esclusione di quelle siciliane). La ski area è disegnata tra fitte foreste di abete e faggete secolari. Dalle piste, perfette in questi giorni, si gode di una suggestiva vista sul mare: nelle giornate dei bel tempo si distinguono chiaramente le Eolie, lo stretto di Messina e l’Etna. In tutto ci sono quattro seggiovie, due delle quali di nuova realizzazione, e uno skilift. Dopo la perturbazione che ha interessato il centro e sud Italia, la neve al suolo va da 50 centimetri a oltre un metro. Uno spettacolo, come potete vedere da queste foto scattate da Carlo Traini, Istruttore Nazionale di Sci e componente dello staff tecnico della  rivista skitoday.it.

 

 


 


 Fonte:skitoday.it

Domenica 22 gennaio alle ore 11:50 la Calabria sarà in onda su Canale5 (Melaverde condotta da Edoardo Raspelli)


 

La trasmissione Melaverde condotta da Edoardo Raspelli in onda domenica prossima 22 gennaio alle ore 11:50 su Canale5 ci porterà in Calabria, nella Piana di Rosarno, Gioia Tauro. Con gli interventi di dirigenti e imprenditori di Coldiretti e del responsabile Regionale di Campagna Amica Coldiretti Pietro Sirianni, si parlerà di agrumi e frutta tropicale. Ricordiamo un dato: un quarto della produzione nazionale di agrumi si raccoglie proprio in Calabria.
 

 Un settore importantissimo per l’agricoltura, che si sviluppa su 32 mila ettari di territorio con tantissime aziende coinvolte. Si parlerà di antichi e nuovi sistemi di allevamento, e si vedrà anche, come oggi, la tecnologia, grazie ai droni, riesca ad aiutare i coltivatori a controllare la salute degli agrumeti. Una parte sarà dedicata agli agrumi che vengono lavorati e trasformati dopo la raccolta, in succhi e canditi e come in cucina e in pasticceria gli agrumi possano essere protagonisti.
fonte:qui

Striscia LaNotizia Paesi E Paesaggi di Davide Rampello le immagini di Tropea, CapoVaticano(video)




Davide Rampello, inviato di Striscia la Notizia per la rubrica “Paesi e Paesaggi”, in uno dei suoi tanti viaggi alla ricerca delle eccellenze paesaggistiche ed alimentari d’Italia, ha scelto di fermarsi proprio nel nostro bellissimo comprensorio.

 Il viaggio di Rampello passa da Tropea (isola – centro storico) a Capo Vaticano (belvedere faro – Grotticelle) per fermarsi poi nei campi di cipolla a picco sul mare, quei campi dove si produce la famosissima Cipolla Rossa di Tropea #Calabria IGP! Qui Davide ha incontrato Domenico Furchì “cresciuto e pasciuto” dal padre Serafino a pane e cipolla rossa (una passione per la cipolla trasmessa da padre in figlio)! Oltre che di paesaggi, infatti, Rampello nei suoi viaggi scova storie di straordinaria quotidianità come quella di Domenico e della sua mousse di cipolla, che lo stesso Davide ha gustato e apprezzato moltissimo!

 La bellezza delle nostre coste e del nostro mare e il sapore dolce e unico della Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP sono stati da richiamo per Davide, sempre a caccia di posti spettacolari e di grandissima ricchezza paesaggistica ed enogastronomica.
 
 In questa puntata di “Paesi e Paesaggi” Davide fonde insieme i miti della nostra terra (Antico Porto Ercole – Capo Vaticano come Vaticinium, luogo in cui l’oracolo dava responsi ai naviganti sulle sorti dei viaggi), al turismo e all’enogastronomia che sono i punti di forza della bella Capo Vaticano.
fonte testo>qui

Non saranno appariscenti e famosi come quelli siciliani, ma anche i siti archeologici calabresi sono molto interessanti.



 


A partire dall'area archeologica di Locri, perla della Magna Grecia, una delle città più potenti dell'antichità, dove si ammirano resti di templi, teatri, santuari, necropoli, oltre ai reperti conservati nel Museo Nazionale. Una colonna spezzata in riva al mare segna il luogo del tempo di Hera Acinia, in uno dei luoghi più belli della costa jonica, a due passi da Capo Rizzuto. Mentre a Scolacium, presso Roccelletta Borgia, alle porte di Catanzaro, si cammina tra gli ulivi e le sculture contemporanee del progetto Intersezioni.

 

 Ovvio: parlando di archeologia calabra, non si possono non nominare i Bronzi di Riace, conservati nel Museo archeologico di Reggio Calabria, tra le sculture più note d'Italia. Guardare i loro occhi d'avorio è un'emozione unica... da soli meritano il viaggio.
 



fonte:qui

FARSI UNA SCIATA IN CALABRIA



 

Dici Calabria e pensi al mare. Che nella regione si possa anche sciare lascia sempre stupiti, soprattutto gli italiani del Nord: eppure le condizioni della neve sono spesso migliori di tante altre località alpine. E volete mettere - nelle giornate limpide - impugnare le racchette e sullo sfondo vedere il mare? E' un'emozione che non ha prezzo...



In Calabria si scia sul Pollino, sulla Sila (nella foto sotto) e sull'Aspromonte, per esempio a Gambarie, la più importante località montana della provincia di Reggio Calabria e tra le più importanti del Meridione, alle porte del Parco Nazionale dell'Aspromonte.

 


 Il paesaggio è davvero suggestivo: foreste di faggi secolari, limpidi ruscelli, montagne silenzione. Due modernissime seggiovie biposto portano i turisti e gli sciatori verso le vette di Monte Scirocco e Monte Nardello: la semplice risalita da Piazza Carmelo Mangeruca verso Monte Scirocco è di per sé un'avventura emozionante. E una volta tornati in paese, via alle abbuffate a base di funghi, formaggi, ricotte e carne, tutti provenienti dagli allevamenti locali.
FONTE:QUI

mercoledì 18 gennaio 2017

Una coppia lascia il proprio cane filmare il matrimonio ed il risultato è il migliore di sempre




Mentre la maggior parte di noi si affida a costosi servizi fotografici o a riprese professionali per avere un ricordo imperituro del giorno del matrimonio, questa coppia ha lasciato l’arduo incarico al proprio husky.
Addie e Marshall Burnette hanno legato una videocamera al loro cane e l’hanno lasciato libero di scorrazzare durante la cerimonia sulle Roan Mountain, luogo dove i due avevano avuto il primo appuntamento 10 anni prima.

Marshall scrive su Youtube: “L’atmosfera era gelida e magica. La nostra cagnona, Ryder, ha insistito per fare le riprese del nostro matrimonio e le abbiamo lasciato fare quello che voleva. Ci ha impiegato un po’ per confezionare il video ma pensiamo abbia fatto un ottimo lavoro.”
fonte:qui

Allevamento baco da seta: la Storia di tre giovani calabresi




 
Le nostre parole chiave sono: tutela dell’ambiente e del paesaggio, crescita del territorio e sviluppo sostenibile. Intendiamo ripartire dalla “terra”, la nostra, sfruttando le risorse che quest’ultima ci offre. Riprendendo l’antica filiera della gelsibachicoltura, e facendone la nostra attività principale, costruiamo giorno per giorno quel circuito virtuoso che riesce ad orchestrare artigianato, momenti culturali, artistici e culinari, rendendo casa nostra un polo di attrazione per il turismo nazionale e internazionale Miriam, Domenico e Giovanna, sono tre giovani calabresi titolari della cooperativa Nido di Seta, che hanno deciso di intraprendere una sfida ben precisa, ritornare e restare in Calabria e riprendere la gelsibachicoltura e l’arte serica, per creare un prodotto 100% Made in Italy. Miriam, grande passione per le lingue straniere e un grande amore per la natura è specializzata nel settore turistico e delle corrispondenze estere; dopo aver vissuto fino all’età di 23 anni al nord Italia, peregrinando per l’Europa, decide di ritornare nella sua terra natìa, la Calabria. Non vuole vivere in posti dove “non si vede più il cielo”. Gli strumenti di Giovanna sono: un pennello, dei colori, due mani e tanta creatività. Una persona dedita all’arte, al sorriso e alla semplicità. Ha conseguito un diploma presso l’Istituto d’arte di Squillace, la città della ceramica, nel cuore della Magna Graecia. Da sempre vive nel suo paese di collina, San Floro a due passi da Catanzaro. Domenico, invece, possiede una Laurea presso la facoltà di Sociologia, della Federico II di Napoli, una particolare attenzione verso la sociologia dei consumi e una tesi incentrata sulle scarpe come mezzo di distinzione sociale (da Nanni Moretti a Bourdieu). Ha avuto diverse  esperienze nel settore agricolo e nella gelsibachicoltura, fino a quello fotografico.
 

Nel 1998 il Comune di San Floro (piccolissimo Comune della Provincia di Catanzaro), ha voluto riscoprire l’antica tradizione, avviando un progetto sperimentale, “Dal Gelso alla Seta” che ha avuto eco a livello regionale, nazionale e internazionale. Oggi la Cooperativa Nido di Seta ha deciso di riabilitare questo progetto, facendo della gelsibachicoltura l’attività principale, seguendo tutto il processo che parte dalla terra fino ad arrivare alla produzione del prezioso filato. Nido di Seta opera all’interno di un contesto naturalistico molto interessante, nel quale è situato il gelseto, che conta circa 3.000 piante di varietà Kokusò. La coltivazione di questo arbusto, di origine asiatica, rappresenta l’anima del lavoro in quanto le sue foglie risultano essere l’unica fonte di nutrimento per il baco da seta. Il clima mediterraneo e la corposa disponibilità di foglie, consentono di realizzare 3 allevamenti annui tra il mese di Aprile e Settembre. Il processo di lavorazione rispecchia gli antichi canoni tradizionali, in quanto Nido di Seta produce tessuti su antichi telai a 4 licci. Il filato viene poi tinto con prodotti naturali. Le colorazioni di scialli, coperte, tovaglie e runner vengono effettuate esclusivamente con prodotti naturali, come ad esempio il papavero, la mora di gelso, la cipolla di Tropea, i fiori di ginestra il mallo di noce ecc. L’ultima fatica il copringnocchiatoio per il Papa, che si trova attualmente nella Sala Clementina del Vaticano, la cui colorazione della fibra è stata effettuata con la radice di robbia.


 
All’interno della filiera trova naturalmente posto la mora di gelso (varietà Kokusò), la quale viene utilizzata come vendita prodotto fresco o trasformazione in deliziose confetture extra. Le creazioni di Nido di Seta hanno superato il concetto dell’impiego della seta esclusivamente in campo tessile, infatti, la cooperativa ha realizzato una linea di gioielli che nasce dall’incontro tra la seta di San Floro e la ceramica di Squillace. Nell’ottica di una filosofia di valorizzazione delle risorse territoriali, i monili custodiscono in sé la storia, la cultura, i colori e il calore di una difficile terra di confine divenendo dei veri e propri gioielli che sono creati rigorosamente a mano, dall’allevamento dei bachi da seta alla trattura del filo di luce, dalla sua torcitura alla sua tintura con prodotti naturali. Le perle di ceramica sono create, dipinte e decorate meticolosamente una per una. Questa antica tecnica artigiana vanta il marchio D.O.C., specie per la cosiddetta lavorazione del graffito.
    Fonte:giovanimpresa.coldiretti.it

lunedì 16 gennaio 2017

Si chiama “Accademia del Magliocco” ed è un’associazione con il preciso intento di promuovere la cultura, la diffusione e la valorizzazione dei vini in Calabria



Si chiama “Accademia del Magliocco” ed è un’associazione nata in questi giorni a Cosenza con il preciso intento di promuovere la cultura, la diffusione e la valorizzazione dei vini prodotti dalle uve dei vitigni autoctoni calabresi, con particolare attenzione appunto per il vitigno omonimo radicato sul territorio delle Terre di Cosenza Dop e Savuto Dop. A dare vita al sodalizio, in qualità di soci fondatori, 16 professionisti che ruotano attorno al settore vitivinicolo, della comunicazione enogastronomica, della promozione territoriale, della ristorazione, dell’imprenditoriale e della cultura.


Presidente è Anna Sacco, funzionario pubblico, esperta in processi di internazionalizzazione e di sviluppo del territorio con 15 anni di esperienza in Italia e all’estero, con la passione del vino. Accanto a lei, nel comitato direttivo, Francesco Mauro Minervino, Maurizio Rodighiero, Simona Crea e Mario Reda. “L’associazione Accademia del Magliocco – è detto in un comunicato – nasce con lo scopo di attivare studi e attività di ricerca in ambito storico, culturale e tecnico-scientifico sui vitigni autoctoni calabresi e sui vini da essi derivanti, allo scopo di colmare le lacune di conoscenze che attualmente ne rallentano e penalizzano la competitività sui mercati nazionali e internazionali, promuovere attività di ricerca sul territorio di prodotti gastronomici e ricette storiche e tradizionali oltre a particolari emergenze di carattere ambientale, architettonico, storico-artistico di ambito materiale e immateriale che possano valorizzare gli aspetti più tipici e tradizionali del Magliocco dolce e dei vitigni autoctoni presenti nel territorio delle Terre di Cosenza Dop e del Savuto Dop. Tra le attività previste anche l’ambito della formazione finalizzata alla diffusione della conoscenza dei vitigni autoctoni calabresi, dei vini derivati e dei territori dai quali hanno origine, rivolte ai consumatori e agli operatori del commercio e della ristorazione; la valorizzazione delle produzioni vitivinicole e la attività di sperimentazione e divulgazione anche attraverso la pubblicazione di materiali cartacei e multimediali”. “C’è tanto lavoro da fare – ha detto Anna Sacco – e sono certa che la passione comune ci guiderà e ci consentirà di realizzare iniziative ed interventi significativi per la promozione e la valorizzazione del Magliocco e del territorio in cui esso si produce. Nasciamo con la volontà di mettere insieme le risorse umane e culturali di cui l’associazione è ricca con le altrettanto poderose ricchezze di cui il territorio a cui facciamo riferimento è pregno, certi che la valorizzazione del nostro vitigno innescherà sinergie utili allo sviluppo della nostra area”.
fonte:qui







Due meravigliosi esempi di murales realizzati nella città di Diamante (Calabria)

   


  


Il Sorbetto Calabrese (SCIURBETTA)





In alcune zone della Calabria la neve viene gustata con il miele di fichi fatto in casa. Questa semplicissima "ricetta" (definiamola così) da molti è conosciuta con il termine di "SCIURBETTA" , correzione dialettale dell'italianissimo sorbetto.
Fonte:qui                        post di Calabria fra storia e magia

domenica 15 gennaio 2017

Scilla 2016 -Un video in 4K

Spettacolari immagini..  Explore Calabria ci regala un video della cittadina calabrese Scilla


OGGI vi proponiamo la visione di questo meraviglioso posto Paradiso del Sub

OGGI vi regaliamo la visione di questo meraviglioso posto Paradiso del Sub(Calabria) Ecco un meraviglioso video:

Volo su Scavi e Laghi di Sibari, città della Magna Grecia

Gli scavi e i laghi di Sibari come non l'avete mai visti prima ripresi tramite un drone. Un video davvero emozionato che ci fa vedere tutte le bellezze di questo meraviglioso luogo.



sabato 14 gennaio 2017

Il bergamotto di Calabria



 


Il prezioso bergamotto nasce solo qui, in questo lembo di terra calabrese che va da Villa San Giovanni a Monasterace.

Non si sa bene quando e perché, ma quello che è definito il più prezioso agrume al mondo è il frutto di una mutazione genetica del limone e dell’arancio amaro che è avvenuta in terra calabra e si rifiuta di attecchire altrove.

Anche l’origine del nome è incerta, l’ipotesi più accreditata è che derivi dal turco bey armudu che significa pero del principe, con riferimento alla somiglianza con la pera bergamotta, varietà dalla polpa succosa, acidula e profumata.

Il bergamotto è apprezzato per il suo altissimo contenuto di vitamina A, E, C, Bl, B2, P, utile quindi per i disturbi ossei, cardiaci ed epatobiliari. Ma la parte nobile e pregiatissima del citrus calabrese, che gli è valso il riconoscimento Dop, è l’olio essenziale di bergamotto, prodotto incomparabile per la quantità elevata di alcune sostanze ma soprattutto per le proprietà uniche che possiede e che lo rendono il più famoso e richiesto al mondo.

E’ composto da circa 350 elementi chimici e per produrre 1 kg di olio essenziale, vengono spremuti 250 chili di bucce. Per le sue proprietà è utilizzato in diversi settori: cosmetico, farmaceutico, gastronomico. Viene utilizzato in fitoterapia e aromaterapia e in molti prodotti di uso comune come profumi, shampo e creme per il viso e per il corpo, il tè Earl Grey e molti altri.

 


Le prime tracce del bergamotto si trovano in alcuni testi della fine del 1400 ma compare per la prima volta ufficialmente nella storia nel 1536, sotto forma di bergamini confetti (bucce di bergamotto candite) nel menu del sontuoso banchetto offerto a Roma dal Cardinale Campeggi in onore dell’Imperatore Carlo V. Nello stesso periodo arriva alla corte di Cosimo I de’ Medici, tra il 1537 e il 1574, dove un certo Bernardo Buontalenti creò un sorbetto composto da una crema aromatizzata con bergamotto, limoni ed arance.

Il vero debutto però fu in Francia, alla corte di Luigi XIV, detto Re Sole. Le cronache del tempo narrano dell’arrivo alla splendida reggia di Versailles di un tal Francesco Procopio de’ Coltelli, gentiluomo siciliano proveniente forse da Palermo.

Con sé aveva portato alcuni fusti di rame contenenti un denso e misterioso liquido profumatissimo, da cui ricavava una fragranza straordinaria mai sentita prima: era l’acqua di bergamotto.

Procopio l’aveva scoperta nel suo passaggio da Messina alla sponda reggina dello Stretto, e aveva pensato bene di esportare quell'agrume strano che permeava con il suo profumo quello splendido scorcio di Calabria.

Procopio presentò il suo preparato al Re Sole, che subito ne fu entusiasta e fu il primo ad adottarlo nella sua toilette mattutina e in tutti gli ambienti che frequentava. Il successo fu grandissimo e quanto mai utile, in un tempo in cui i medici sconsigliavano l’uso dell’acqua perché si pensava portasse le peggiori malattie.

L’acqua miracolosa era fresca e delicata, molto più gradevole delle essenze dolciastre dell’epoca, e aiutò in parte a risolvere i problemi igienici e i cattivi odori della più sfarzosa corte d’Europa. La fama del siciliano Procopio aumentò ancor di più quando presentò al Re, notoriamente goloso, i suoi sorbetti fatti secondo la ricetta innovativa di un suo nonno, che a sua volta l’aveva imparata dagli arabi.

Presto Procopio diventò Francois Procope des Couteaux ed ebbe dal Re Sole la lettera patente, in pratica la concessione reale alla produzione di specialità come acque gelate, cioè le granite, e sorbetti agli agrumi o al bergamotto. Sull’onda di questo successo e con l’appoggio ufficiale del Re, fondò a Parigi nel 1686 il Café Procope, il più antico caffè del mondo.

Il locale, ancora esistente, era al numero 13 di Rue de l’Ancien Comedie, di fronte alla famosa Comédie Francaise dove all’epoca si esibiva la Compagnia di Molière, e divenne ben presto famoso poiché vi si serviva non soltanto uno squisito caffè ma anche granite e sorbetti al bergamotto e non solo.


Nel 1704 nella ricca e colta città tedesca di Colonia un altro italiano, il commerciante ambulante Gian Paolo Feminis, inventò un’acqua da toeletta nuova e specialissima a base di essenza di bergamotto. La chiamò Colonia, in onore della città che lo ospitava, e da allora questo nome divenne per sempre sinonimo di profumo.

L’intraprendente italiano aveva conosciuto l’essenza di bergamotto intorno al 1660 sostando a Reggio Calabria per lavoro e in seguito, oltre ad inventare quello che divenne il profumo per eccellenza, scoprì che l’olio di quell’agrume fissava anche le altre fragranze. L’olio essenziale di bergamotto divenne, ed è così ancor oggi, l’ingrediente indispensabile nella fabbricazione di qualsiasi tipo di profumo.

La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto fu opera, nel 1750, del proprietario Nicola Parisi lungo la costa reggina dove oggi si trova, nel cuore della città, il Lido comunale Zerbi. Originariamente l'essenza veniva estratta a mano dalla scorza e bisogna arrivare fino al 1844 per l’estrazione con una macchina di invenzione del reggino Nicola Barillà.

Fonte:qui