LA CALABRIA PUÒ RIPARTIRE DALLE SUE RAZZE AUTOCTONE: LA CAPRA NICASTRESE




E’ proprio vero la Calabria è una terra dalle mille contraddizioni, una terra che può e deve ripartire dalle soprattutto dalle sue radici. Una delle sue peculiarità che desidero discutere col gentile viaggiatore calabrese e la capra Nicastrese, erede dell’antica Neocastrum, di origine bizantina una razza che già dal 2002 è stato istituito un Registro Anagrafico ma tutt’oggi è considerata una razza vulnerabile.



 Questa razza, originaria del territorio di Nicastro (ora Lamezia Terme), si è diffusa su tutto il territorio della Calabria grazie alla sua ottima produzione di latte. Effettivamente tale razza è allevata in tutto il territorio catanzarese poiché si adatta bene all’aspro territorio. 


Della Nicastrese sono oggi presenti poco meno di 5000 capi, allevati allo stato semibrado nei prati-pascoli calabresi per gran parte dell’anno il recupero di questa razza in grave pericolo di estinzione passa proprio attraverso la promozione e la valorizzazione di prodotti di nicchia: formaggi quali la Giuncata di capra, la carne del capretto e il pregiato sottopelo. La Nicastrese è comunque razza che si diversifica dalla altre razza calabresi come la capra Sciara, o Rustica Calabrese o di Cosenza, è una popolazione molto eterogenea con probabili influssi di sangue Maltese e Garganico.




Non essendo un veterinario mi affido alla descrizione peculiare di chi ha studiato la razza e che ha sintetizzato così:” È una capra di taglia media, i maschi raggiungono un peso di 78 kg con altezza al garrese di 78 cm, mentre le femmine hanno un peso di 46 kg e altezza al garrese di 71 cm. La testa è piccola e leggera nelle femmine, più grossa nei maschi, con profilo fronto-nasale rettilineo. Le orecchie sono di medie dimensioni, con portamento semipendente anteriore. 



Assenza di wattle sotto-mandibolare in ambo i sessi. Le corna hanno a forma di lira aperta con punte divergenti e sono generalmente presenti in ambo i sessi. Il pelo è lungo e liscio, fluente su tutto il corpo, di colore nero, con estremità, ventre, scroto, contorno orecchie, tettole (appendici cutanee pendenti sotto il collo) e specchio caudale di colore bianco; sono presenti delle tipiche striature bianche sulla testa (swiss marking).” Questa è la descrizione che il Dott. Floro De Nardo ha fatto per vari siti web e per molte riviste che privilegiano le razze autoctone.Il latte della Nicastrese (in media 260 litri per lattazione) è destinato alla produzione di formaggi tipici come la giuncata e il canestrato. 

 
Nonostante una certa ripresa numerica, questa razza è ancora in pericolo di estinzione ed ho deciso per questo motivo di riportarla alla memoria. Per salvarla, RARE propone l’avvio di nuovi programmi di tutela e di valorizzazione dei suoi prodotti (non solo il latte, ma anche i capretti e il sottopelo di tipo kasmir) attraverso, ad esempio, l’uso di marchi di qualità, come già accade in altri Paesi europei.
fonte:www.senzafili.org

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