Dall’agroalimentare, ai distillati, all’industria dolciaria, all’editoria: la Calabria vista attraverso le storie imprenditoriali di successo.


Esiste più di un motivo che ha spinto il New York Times a inserire la Calabria fra le 52 mete da visitare nel 2017. Sicuramente la ristorazione, l’accoglienza e i prodotti tipici sono simboli distintivi della regione e possono attrarre turisti da tutto il mondo, ma ciò che è necessario sottolineare quando si parla della Calabria è soprattutto un tessuto imprenditoriale d’eccellenza, parte fondante della storia calabrese che ora punta anche sulle start up.
cipolle tropea

 
Un modello di sviluppo sostenibile su cui puntare.
Una delle punte di diamante della Calabria è l’agricoltura biologica, in particolare nel settore vinicolo, grazie alla scoperta e alla valorizzazione di vitigni autoctoni come il magliocco, il mantonico bianco, il gaglioppo e il greco. A conferma di ciò, sono ben sei le etichette di vini calabresi premiate a Milano in occasione della presentazione di “Vitae – La Guida Vini 2017” dell’Associazione Italiana Sommelier.
Oltre al settore vinicolo, i prodotti calabresi ottengono importanti riconoscimenti – anche internazionali – in diversi ambiti. È il caso, ad esempio, dell’Amaro del Capo prodotto dalla Distilleria Fratelli Caffo, fondata nel 1915 (quasi 40 milioni di euro di fatturato annuo nel 2015, fonte Radiocor - Il Sole 24 Ore), vincitrice della medaglia d’oro nel corso della Spirits Selection 2016, svoltasi a Tequila City in Messico, nota come l’Olimpiade dei superalcolici.
Un’altra azienda di antiche origini, saldamente ancorata al territorio e con un respiro internazionale è la Giacinto Callipo (46 milioni di euro di fatturato annuo nel 2015, come comunicato da Il Sole 24 Ore), che da oltre cento anni produce tonno e conserve ittiche, la cui alta qualità è garantita dalla lavorazione effettuata rigorosamente a mano nello stabilimento di Maierato, in provincia di Vibo Valentia.

Inizia addirittura nel 1731, invece, la storia di Amarelli Liquirizia di Rossano Calabro (circa 4 milioni di euro di fatturato annuo nel 2015), una perla dell’imprenditoria calabrese che ha saputo coniugare tradizione e innovazione per conquistare i mercati internazionali. La gamma dei prodotti Amarelli comprende tutto ciò che si può ricavare dalle radici della liquirizia, dal semplice bastoncino di legno grezzo ai liquori, birra, grappa, cioccolato, biscotti, ai prodotti per la cura del corpo. All’azienda va anche il merito di aver diffuso una vera e propria cultura della celebre radice: il Museo della liquirizia Giorgio Amarelli ha addirittura ricevuto nel 2001 il premio Guggenheim per i musei aziendali, e in Italia è la seconda attrazione di questo tipo più visitata d’Italia dopo il Museo Ferrari a Maranello, secondo una ricerca condotta dal Touring Club Italiano.
amarelli
Dove si fa cultura e nascono nuove imprese.
A coniugare impresa e cultura in Calabria ci pensa anche Rubbettino Editore (circa 7 milioni di euro di fatturato annuo), che vanta un catalogo di circa 6.500 titoli e una produzione annua di circa 400 novità. Specializzata in saggistica in materia di economia, politica e scienze sociali, Rubbettino è apprezzata a livello nazionale per la collana “Biblioteca austriaca” che ha tradotto i classici del pensiero austriaco liberale, talora inediti nel nostro Paese.

Le storie degli imprenditori storici che hanno contribuito a consolidare il patrimonio imprenditoriale calabrese si mescolano, ora, con le scelte di una nuova generazione che continua a puntare sul territorio. Se il principale motivo del successo calabrese è la qualità del cibo, grazie anche a rinomati prodotti tradizionali come la soppressata, la cipolla rossa di Tropea e il peperoncino, non è un caso che un gruppo di giovani chef abbia deciso di fare squadra riunendosi sotto il cappello Cookin Soon, un progetto che si propone di valorizzare il patrimonio culturale, artigianale e umano dell’agroalimentare calabrese. La tradizione della ristorazione, d’altronde, è un valore che anche il New York Times ha promosso parlando di eccellenze come il Ristorante Abbruzzino di Catanzaro, il Ristorante Ruris di Capo Rizzuto e il Dattilo di Strongoli.
Cibo, turismo e non solo. I giovani talenti calabresi possono inoltre trovare concrete opportunità e sostegni per fare impresa all’interno di Technest, l’incubatore di start up lanciato nel 2010 dall’università della Calabria, di cui fanno parte i Contamination Lab, luoghi – fisici e virtuali – di contaminazione tra studenti e laureati di discipline diverse per promuovere la cultura dell'imprenditorialità, dell'innovazione e del fare. Qualcosa si muove, quindi. Anche al sud.





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Fonte:www.borsaitaliana.it

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