Calabria si
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sabato 8 febbraio 2025
Storia della Calabria
Il grande prestigio e l’antica importanza e attenzione verso il territorio Calabrese è dovuto in primo luogo a ragioni di carattere geografico. La Calabria è un territorio di passaggio terrestre obbligato tra il centro della penisola e la Sicilia e si trova ad essere anche un importante approdo nelle rotte di collegamento tra il mondo Egeo e il Tirreno.
La prima documentazione archeologica risale al Paleolitico, ma la grande diffusione dell’insediamento si sviluppa nella media e tarda età del Bronzo con lo sviluppo di comunità ad economia prevalentemente agricola. Nell’età del bronzo si verifica anche la prima grande strutturazione del territorio calabrese con l’emergere di culture caratterizzate da tratti culturali comuni. La grande varietà etnico-culturale al momento della creazione di insediamenti stabili si raggruppa sotto la comune definizione di Enotri.
La documentazione archeologica in siti di primaria importanza come Brogio di Trebisacce, nella sibaritide, o S. Domenica di Ricadi, nel vibonese, sono emblematici per comprendere i molteplici contatti intercorsi tra le popolazioni che solcarono le rotte marittime e che entrarono in contatto in corrispondenza di importati scali commerciali dando vita ad insediamenti stabili e strutturati. Lo sviluppo della società micenea che spinse i propri commercianti in occidente è responsabile del miglioramento dei sistemi di sfruttamento delle risorse territoriali, lavorazione della ceramica estrazione e lavorazione dei metalli, che abbondavano in Calabria e invece scarseggiavano nell’Egeo. I marinai Egei giungevano sulle coste dell’Italia meridionale portando i loro prodotti in cambio delle materie prime indispensabili per il loro sviluppo.
Dopo la brusca interruzione dei rapporti con il mondo Egeo a seguito della scomparsa dei regni micenei, che comportò, tuttavia, un ulteriore potenziamento delle comunità locali spinte al miglioramento nei rapporti di gestione territoriale, una nuova fase di contatti con il mondo greco si aprì con il VIII sec. a.C.; inizia la fase della “colonizzazione” greca in occidente che si sviluppa in Calabria e segna il momento di massima fioritura culturale della regione. L’area di maggiore occupazione delle comunità greche sarà la costa ionica mentre il versante tirrenico sarà oggetto di sub colonizzazione da parte delle stesse realtà sorte sullo ionio con un leggero scarto cronologico.
Il movimento migratorio alla base della “colonizzazione” ebbe origine da molteplici fattori di natura economica e demografica. I principali movimenti migratori partirono inizialmente dall’Eubea, ed ebbero carattere economico. Venne promosso lo stanziamento di un grande emporion commerciale sull’isola di Ischia, come snodo fondamentale per i contatti con il mondo etrusco. Successivamente vi fu uno spostamento sulla terraferma a Cuma e un successivo spostamento verso la Sicilia e lo stretto, con la fondazione di Region e Messana per il controllo di quel corridoio commerciale. Di natura demografica è invece la migrazione Achea, che ha interessato maggiormente la Calabria. Lo stanziamento di nuove realtà in occidente servì per diminuire la pressione demografica delle metropoli garantendo ai cittadini il possesso della terra.
La più antica tra le colonie magnogreche fu Sibari, fondata dagli Achei nel 720 a.C., i quali furono responsabili anche della fondazione di Crotone qualche tempo dopo. Sibari fondò sulla costa tirrenica Laos (S. Maria del Cadro) e Skydros (non localizzata), mentre Crotone, promosse la fondazione di Caulonia e dedusse Terina nel Golfo di Santa Eufemia e Skylletion nel Golfo di Squillace.
Nel VII sec. a.C. venne fondata Locri Epizefiri, da coloni provenienti dalla Locride greca, e verso la fine del secolo vennero dedotte le subcolonie tirreniche di Medma (Rosarno) e Hipponion (Vibo Valentia). In breve le Colonie vissero un importante sviluppo economico basato sulle produzioni agricole e sull’attivazione di canali commerciali con la madrepatria e con le popolazioni indigene che vennero ad essere controllate politicamente dalle città Greche. La sempre maggiore disponibilità di mezzi e risorse finì però per opporre le stesse città greche tra loro ed iniziò un periodo di lotte interne culminate con la definitiva distruzione della più importante e prestigiosa di esse Sibari nel 510 a.C., ad opera di Crotone. Nonostante la vittoria Crotone non fu in grado di gestire l’immenso territorio di Sibari, e le generazioni successive agli sconfitti provarono a rifondare la città fin quando la loro richiesta venne accolta da Pericle e venne fondata mezzo secolo dopo, nel 444 a.C., una colonia panellenica chiamata Thurii su promozione di Atene.
Dopo la caduta di Atene contro Sparta a seguito della spedizione in Sicilia e la vittoria di Siracusa, Dionisio il vecchio sposò una donna locrese ed estese il suo dominio anche in Calabria, invase Crotone e stabilì alleanze con le popolazioni Lucane. A questa alleanza le città ioniche opposero una lega, con a capo Taranto, per difendere i propri territori dall’invasione delle popolazioni indigene alleate con Siracusa.
Iniziò quindi nel IV secolo un periodo di forti instabilità politiche dovute alla sempre crescente pressione delle popolazioni indigene e venne presa l’iniziativa da parte di Taranto di chiamare condottieri stranieri per un aiuto contro i Bretii. Venne Alessandro il Molosso, sconfitto e ucciso nei pressi di Cosenza nel 330 a.C., e Pirro sconfitto da Roma nel 275 a.C..
La penetrazione di Roma nelle vicende storiche che opponevano, le une alle altre, le città della Magna Graecia si data già all’inizio del III sec. a.C., quando città come Reggio Locri e Crotone firmarono con lei le prime alleanze. Con la capitolazione di Taranto nel 272 a.C. e la fine delle guerre annibaliche il territorio dei Bruttii entrò definitivamente sotto il controllo romano, il quale si manifestò con la confisca dei territori, trasformati in ager publicus e con la deduzione delle colonie romane e latine (194-192 a.C.). Oltre alle antiche sedi delle città greche dedotte si fondarono nuovi centri amministrativi nelle sedi di piccole comunità greco-bruttie.
Il territorio così strutturato venne potenziato dai provvedimenti della riforma agraria Graccana nella seconda metà del II sec. a.C., i quali prevedevano la riqualificazione delle vie di comunicazione terrestri e marittime per favorire lo sviluppo agricolo delle terre assegnate ai veterani e così ripopolate.
Appare fondamentale, infatti, per lo sviluppo dell’economia calabrese in età romana la costruzione della principale via di comunicazione della regione, la cd. Via Popilia, ovvero il prolungamento meridionale della via Appia che congiunse Rhegium a Capua.
I grossi capitali di guerra affluiti a Roma incoraggiarono senatori cavalieri e cittadini romani ad investire nell’acquisto dei terreni e dei pascoli rimasti abbandonati, così agli inizi del I sec. a.C. anche nel Bruttium cominciarono a nascere le grandi proprietà ad economia schiavistica, inizia la cosiddetta “età della villa”. La presenza di centri urbani romani sorti con finalità amministrative, per il controllo e la gestione dei vasti territori costellati dalla presenza di medie e grandi proprietà terriere sono poco numerosi e archeologicamente poco noti ad eccezione di Blanda Julia, Copiae, Scolacium, Locri, Taureana e Rhegium.
Con la fine dell’impero Romano d’Occidente il territorio Calabrese cadde in quel progressivo isolamento che lo caratterizzò nei secoli successivi.
Fonte qui
martedì 28 aprile 2020
Studente inventa il sito per lavarsi le mani a ritmo di musica „
Coronavirus, studente inventa il sito per lavarsi le mani a ritmo di musica
„Un 17enne britannico ha aperto il sito 'Wash your lyrics', che genera dei manifesti con i vari passaggi per lavarsi le mani con la propria canzone preferita. In pochi giorni hanno partecipato 175mila utenti
Coronavirus, studente inventa il sito per lavarsi le mani a ritmo di musica
„
Lavare spesso e in maniera accurata le mani è una delle prime indicazioni da attuare per contrastare il diffondersi del nuovo coronavirus. Secondo il premier britannico Boris Johnson, il tempo ideale da “spendere” per la pulizia delle mani è pari a due volte la durata della canzone 'Happy birthday', ma c'è un suo giovane connazionale che ha deciso di andare ben oltre.
Il 17enne William Gibson ha inventato un sito che abbina la canzone preferita ad un manifesto in 13 tappe sul corretto lavaggio delle mani. La sua inizativa è stata un successo immediato: nei primi tre giorni 'Wash your lyrics' ha generato 175mila manifesti musicali personalizzati e diverse celebrità, fra cui Miley Cyrus, hanno rilanciato l'iniziativa su Twitter. Anche il ministero britannico della Salute ha lodato la "grande iniziativa".
"Mi metteva un pò di tristezza cantare 'Buon compleanno' a me stesso mentre mi lavavo le mani" - ha detto il giovane William alla Bbc - "pensavo sarebbe stata un'idea popolare, ma non così tanto. E' incredibile vedere persone famose che seguo da anni su Instagram che ora parlano di questa inizativa". Per ora la canzone più scelta dagli utenti è Bohemian Rhapsody dei Queen.
fonte: Coronavirus, studente inventa il sito per lavarsi le mani a ritmo di musica
„BBC News →“
„Un 17enne britannico ha aperto il sito 'Wash your lyrics', che genera dei manifesti con i vari passaggi per lavarsi le mani con la propria canzone preferita. In pochi giorni hanno partecipato 175mila utenti
„
Lavare spesso e in maniera accurata le mani è una delle prime indicazioni da attuare per contrastare il diffondersi del nuovo coronavirus. Secondo il premier britannico Boris Johnson, il tempo ideale da “spendere” per la pulizia delle mani è pari a due volte la durata della canzone 'Happy birthday', ma c'è un suo giovane connazionale che ha deciso di andare ben oltre.
Il 17enne William Gibson ha inventato un sito che abbina la canzone preferita ad un manifesto in 13 tappe sul corretto lavaggio delle mani. La sua inizativa è stata un successo immediato: nei primi tre giorni 'Wash your lyrics' ha generato 175mila manifesti musicali personalizzati e diverse celebrità, fra cui Miley Cyrus, hanno rilanciato l'iniziativa su Twitter. Anche il ministero britannico della Salute ha lodato la "grande iniziativa".
"Mi metteva un pò di tristezza cantare 'Buon compleanno' a me stesso mentre mi lavavo le mani" - ha detto il giovane William alla Bbc - "pensavo sarebbe stata un'idea popolare, ma non così tanto. E' incredibile vedere persone famose che seguo da anni su Instagram che ora parlano di questa inizativa". Per ora la canzone più scelta dagli utenti è Bohemian Rhapsody dei Queen.
fonte: Coronavirus, studente inventa il sito per lavarsi le mani a ritmo di musica
„BBC News →“
sabato 10 novembre 2018
Frittata alla Calabrese (senza uova)
lista degli ingredienti
Patate 1 kgPangrattato50 gr
Aglio 2 spicchi
Peperoncino mezzo
Olio evo, origano q.b.
Scegliere le patate a pasta bianca e farinosa molto asciutta come quelle per la preparazione degli gnocchi, questo sarà di aiuto per rassodare la frittata. Essendo senza uova, sarà l’amido delle patate ed un poco di pangrattato a rassodarla.
Come preparare la frittata di patate senza uova alla calabrese
- Lavare e lessare le patate. Sbucciarle ancora calde, schiacciarle, aggiungere il sale, l’origano e tenerle da parte.
- Quando si saranno intiepidite aggiungere il pangrattato amalgamando molto bene.
- Porre una padella antiaderente sul fuoco e soffriggere – nell’olio evo – il peperoncino e gli spicchi d’aglio tagliati in fettine sottili fino a quando saranno dorati.
- Togliere il peperoncino dall’olio e versare la purea di patate nella padella,avendo cura di amalgamare molto bene l’olio e l’aglio alla purea.
- Schiacciarla bene nella padella fino a fargli prendere la forma di una frittata.
- Aspettare che – da un lato – si sia formata una bella crosticina croccante e con l’aiuto di piatto o un coperchio unto, capovolgere la frittata di patate senza uova alla calabrese.
- Spegnere la fiamma solo quando anche sull’altro lato si sarà formata la crosticina dorata e croccante.
venerdì 6 luglio 2018
Parmigiana di melanzane calabrese
Ingredienti:
4 melanzane
400 ml di passata di pomodoro
Una cipolla piccola
Una carota
Una costa di sedano
4 fette di prosciutto cotto
6 fette di provola
Una mozzarella
Parmigiano grattugiato qb
Pangrattato qb
3 uova sode
Olio extravergine
Preparazione:
Prendere le melanzane, tagliarle a fette non troppo sottili e metterle sotto sale a perdere acqua In un tegame mettere a soffriggere le cipolle, la carota ed il sedano tritati finemente, quando la cipolla appassisce aggiungere la salsa di pomodoro, regolare di sale e far cuocere a fuoco basso per una mezz’oretta.
Prendere le fette di melanzana, strizzarle, tamponarle e friggerle in abbondante olio dopodiché disporle sopra la carta da cucina per far assorbire l’olio in eccesso.
In una teglia versare sul fondo due mestoli di salsa di pomodoro, stenderla omogeneamente quindi formare un primo strato con le fette di melanzana.
Aggiungere due mestoli di salsa, la provola e il prosciutto.
Ricoprire con un altro strato di melanzane, aggiungere le uova sode tagliate a fette e la mozzarella tritata e ben strizzata in modo che durante la cottura non rilasci troppa acqua.
Fare un ultimo strato di melanzane, versare sopra la salsa rimanente e ricoprire tutto con abbondante parmigiano grattugiato e pangrattato.
Mettere la teglia in forno già caldo a 200 gradi per una ventina di minuti, far riposare per 10 minuti, porzionare e servire.
mercoledì 18 ottobre 2017
Sanguinaccio dolce (Sanguapizzu) Calabrese
Il sanguinaccio è un dolce e come tale può essere servito a colazione o a merenda insieme.
Al momento della macellazione, il sangue viene raccolto in un recipiente (la limba), girato con un astuccio di canna per evitare la coagulazione e riposto in luogo fresco e asciutto. Se conservato in frigo, anche dopo qualche giorno, viene colato in modo che venga filtrato da eventuali coaguli formatosi. In una pentola messa sul fuoco vengono aggiunti oltre allo zucchero e vino cotto i vari
aromi e spezie finemente triturati, quali:
Tutto deve essere mescolato con un cucchiaio di legno, lentamente e costantemente fino a quando il tutto comincerà ad addensarsi (ciò si verificherà dopo circa un'ora).
Il semiliquido ottenuto, si versa in dei vasetti dove raffreddandosi si solidificherà.
A questo punto il sanguinaccio è pronto per essere consumato, spalmandolo su una fetta di pane, biscottata, ecc. per colazione o merenda
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martedì 3 ottobre 2017
La sardella: il Caviale della Calabria
La Sardella, conosciuta anche come Bianchetto, Nannata (Neonata), Rosa marina, è costituita dal novellame delle sarde e. più raramente delle alici; fino al 2010 poteva essere pescata solo in determinati periodi dell’anno dietro apposito permesso, generalmente nei mesi di febbraio e marzo con, a volte, proroghe fino ad aprile; adesso in Italia è proibita.
Si pesca e si produce principalmente a Cirò Marina ed a Crucoli.
La pesca viene ( veniva) effettuata tramite un’apposita rete chiamata sciabica o tartana o sciabacchello, a seconda delle misure, terminante al centro con un sacco di tela che trattiene anche i pescetti più piccoli. La pesca con lo sciabacchello (termine più comunemente usato per questo tipo di pesca) viene effettuata da riva o in mare, ma sempre molto vicino alla costa.
E’ una pesca molto simpatica a vedersi, anche perchè può essere seguita passo passo stando comodamente sulla spiaggia: con una piccola barca viene gettata in mare una rete – lo sciabacchello – con in basso i piombi ed in alto i sugheri, fino a formare un arco, o meglio, una U rovesciata il cui cul de sac è costituito dal sacco di tela; ad ognuna delle due estremità della rete è legata una corda, più o meno lunga, per gettare la rete alquanto al largo e racchiudere così un tratto di mare più o meno consistente.
Alle corde si alternano generalmente tre pescatori per lato per portare la rete a terra; poi, con movimenti cadenzati e sempre più in fretta, si recupera la rete che viene raccolta in due mucchi vicini fino ad arrivare a recuperare il sacco; è questo un momento molto emozionante sia, sopratutto, per i pescatori, ma anche per gli spettatori che si accostano a loro per vedere il risultato del lavoro; a volte va bene – qualche cassetta di pesce; a volte meno bene – un pò di pesci; a volte decisamente male – nel sacco non viene preso che qualche pesce-pietra!
Per poter ottenere la sardella salata occorre procedere ad alcune operazioni facendo molta attenzione a trattare questo prodotto con molte precauzioni in quanto è molto delicata.
La prima operazione è la pulitura, la sardella fresca va lavata con delicatezza almeno quattro o cinque volte; vanno tolti i pescetti diversi che possono essere presenti mischiati ad essa; vanno tolti uno ad uno i frammenti delle alghe; vanno fatti decantare e quindi eliminati i granelli di sabbiapresenti specialmente quando la pesca è stata fatta da terra; bisogna inoltre fare attenzione che non ci siano squame di sarde – le madri a volte presenti nei branchi di novellame, e infine che non ci sia la ‘mbroma – la materia gelatinosa formata da residui di meduse.

Una volta lavata accuratamentesi procede alla salaturasi aggiungono 20/22 grammi si sale per ogni kg di pesce scolato e si lascia riposare per 4/5 ore: Qualcuno, invece sala la sardella con l’acqua salata; ci sono delle fonti che erogano acqua salata (acqua salita); si raccoglie quest’acqua, la si lascia depositare per alcuni mesi e, quando è il momento, si versa sulla sardella, filtrandola accuratamente, e la si lascia a bagno per circa 8 minuti; altri ancora si fanno l’acqua salata in casa scaldando l’acqua cui hanno aggiunto il salo in ragione di due etti per litro di acqua.
Una volta salata, la si pone ad asciugare o allargandola in vari scolapasta di modo che l’acqua se ne vada dai fori, o formando delle strisce su una tavola che si pone in leggera pendenza per far scolare il liquido in eccesso.
Quando la sardella è bella asciutta e quindi è scolato tutto il liquido che il sale ha contribuito a formare, si procede a mettere il peperoncino; anche questa è un’operazione molto delicata; si deve procedere senza farsi prendere dalla fretta, poco a poco, mescolando sia il peperoncino dolce che quello piccante ( a seconda di quanto la si preferisca ruschente), la si lascia riposare qualche giorno in un recipiente coperto da un panno; durante questo periodo il peperoncinosi diffonde sui pescetti in maniera uniforme fino a formare un prodotto omogeneo.
Alla fine si aggiungono un po’ di semi di finocchietto selvatico – meglio se raccolto in montagna; altrimenti va bene anche quello comprato, e si pone la sardella salata nei barattoli per la conservazione.
E’ bene conservarla in frigo; può succedere che col tempo si formi della salamoia, che non è una assolutamente una cosa nociva; allora per tenere più compatta la sardella ed avere la salamoia solo in alto, si pone nel barattolo una pietruzza della circonferenza, circa, della bocca dello stesso.
Si chiama Sardella salata, ma il termine più appropriato sarebbe Sardella pepata, è infatti il peperoncino l’ingrediente dominante.
Qualche uso della sardella salata:
il primo uso di questo prezioso intingolo è come antipasto – non per nulla viene chiamata Caviale di Calabria – se ne mette un pochino sul pane semplicemente oppure su pane abbrustolito e imburrato; è ottima mangiata con pezzetti di cipolla; è l’elemento caratterizzante le Rosette di sardella, specie di pizzette arrotolate; ci si può condire la pasta – una puntina di sardella sciolta in olio bollente è un valido sostituto all’aglio, olio e peperoncino-; dà sapore e vigore alla pizza napoletana e tanti altri usi ancora.
Gustata al naturale è, senz’altro, un alimento , diciamo così, conviviale; va gustato in allegra compagnia accompagnata da un buon bicchiere di vino.
fonte:qui
domenica 1 ottobre 2017
I viaggi del cuore-La storia di San Francesco da Paola, fondatore dell'ordine dei Minimi.
domenica 24 settembre 2017
La Certosa di Serra San Bruno..
Serra San Bruno è un antico borgo della provincia di Vibo Valentia situato in un’ampia conca tra belle foreste.
Il territorio di Serra San Bruno offre numerosi itinerari
- NATURALISTICI
- RELIGIOSI
- CULTURALI
Tra i secolari alberi di faggio e abete bianco sorge la Certosa di Serra San Bruno.
L’ Abbazia, che vanta una storia millenaria, è stato il primo convento certosino in Italia.
La costruzione dell’eremo di Santa Maria e del famoso complesso monastico della Certosa di Serra San Bruno cominciò nell’anno 1050, quando il monaco Brunone da Colonia, giunse tra i misteriosi boschi delle Serre calabresi.L’ Abbazia, che vanta una storia millenaria, è stato il primo convento certosino in Italia.
Brunone ottenne dal re Ruggiero il Normanno la concessione di un grande bosco di quercie e castagni dove il monaco avrebbe iniziato l’ordine dei certosini.
Alla morte del monaco Brunone, il convento della Certosa passò all’ordine dei cistercensi. Solo nel 1514 il Papa Leone X richiamò i frati certosini, affidando loro il culto di San Bruno.
I beni alienati ritornarono ai loro legittimi proprietari, e la chiesa della Certosa era già completamente restaurata nel 1600, diventando una delle più belle della Calabria.
Purtroppo il vecchio impianto monastico venne completamente distrutto dal violento terremoto del 1783, e il convento soppresso dalle leggi napoleoniche del 1806. Seguirono ottant’anni di assoluto silenzio che parvero pregiudicare per sempre la vita di uno dei monasteri più antichi e importanti della Calabria.
Solo nel 1887 grazie al diretto intervento della Gran Certosa di Francia, si avviò la costruzione della nuova Certosa di Serra San Bruno.
Dell’originario complesso monastico rimangono resti di straordinaria bellezza, tra i quali la cinquecentesca cinta muraria a pianta quadrilatera, con torrioni cilindrici angolari; la parte inferiore della facciata di ordine dorico; parte del chiostro rettangolare del XVII secolo con al centro una bella fontana.
Poi ancora il vecchio cimitero dei frati certosini, e sopratutto la bella e monumentale facciata in stile rinascimentale della seconda chiesa edificata nel XVI secolo.
MUSEO DELLA CERTOSA:
Situato nella celebre certosa, il museo vanta, tra le opere esposte, una tela cinquecentesca raffigurante S. Bruno, medaglioni in gesso con santi e beati dell’ordine certosino, opere di Giovanni Scrivo (inizi XX secolo)
e un grande orologio meccanico francese di fine Settecento, che originariamente ornava il campanile. Il museo ricostruisce alcuni ambienti, come la chiesa conventuale e la cella del monaco.
Un posto incantevole, con un lungo percorso storico alle spalle. Molto evocativo e spirituale.
Non si possono visitare i luoghi di culto, per ovvio rispetto ai monaci che ci vivono, ma la ricostruzione nel museo è fatta molto bene e garantisce il giusto coinvolgimento.
Visitatela assolutamente!
Per info: http://www.museocertosa.org/
fonte:qui
domenica 17 settembre 2017
Frittelle di zucchine alla calabrese
INGREDIENTI
2 o 3 zucchine
1 uovo
3-4 cucchiai di farina
pecorino grattugiato
sale e pepe
olio per friggere
PREPARAZIONE
Iniziate qualche ora prima con il togliere alle zucchine le estremità, poi tagliatele a rondelle sottili. Disponetele in una ciotola, cospargete con qualche pizzico di sale, mescolate e fate riposare un po’ finché non fuoriesce l’acqua di vegetazione. Intanto sbattete l’uovo con la farina, il sale e il pepe e il formaggio grattugiato e unite alle zucchine sgocciolate ottenendo un impasto di consistenza appena cremosa.
Prendetelo ora a cucchiaiate che immergerete in olio bollente e tirerete fuori appena le frittelle saranno gonfie e dorate.
Mettetele a sgocciolare su carta assorbente e servitele calde.
Varianti sul tema possono essere l’aggiunta di fiori di zucchina, se ne avete, prezzemolo tritato o basilico e una punta di aglio per pittiluzze più aromatiche, oppure, per un gusto più delicato ma meno calabrese, usare al posto del pecorino del parmigiano.
fonte:qui
domenica 13 agosto 2017
Goletta Verde 2017: ecco i 9 punti inquinati in Calabria sui 24 monitorati
Goletta Verde 2017 di Legambiente presenta il bilancio finale: mala depurazione, rifiuti, illegalità ambientali e cambiamenti climatici minacciano sempre di più il Mar Mediterraneo e su 260 campioni di acqua analizzati, il 40 per cento è risultato inquinato.
In Calabria, nove dei ventiquattro punti monitorati presentano cariche batteriche elevate, in prossimità di foci di fiumi e torrenti dove molto spesso gli ignari bagnanti continuano a fare il bagno, visto che sono molto rari se non inesistenti i cartelli di divieto di balneazione e quelli obbligatori per legge sulla qualità delle acque, con situazioni critiche ormai non più sostenibili che si ripetono anche da 8 anni.
E quest’anno più che gli interventi sui sistemi depurativi, ancora fermi al palo, i calabresi paradossalmente sono costretti a ringraziare il lungo periodo di siccità che ha ridotto l’apporto idrico, e di conseguenza l’immissione a mare, di molti degli storici punti critici presenti lungo le coste.
I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN CALABRIA (prelievi effettuati l’11 e il 14 luglio 2017)
RC Brancaleone Fiumarella Spiaggia fronte canale Fiumarella Entro i limiti
RC Melito di Porto Salvo Spiaggia presso piazza Porto Salvo Entro i limiti
RC Reggio Calabria Sabbie Bianche Foce del torrente Menga Fortemente inquinato
RC Reggio Calabria Lido Comunale foce del torrente Caserta Fortemente inquinato
RC Gioia Tauro Foce del fiume Petrace Entro i limiti
RC San Ferdinando Foce del fiume Mesima Fortemente Inquinato
CZ Lamezia Terme/Gizzeria Marinella/Gizzeria Lido Foce del torrente Spilinga Inquinato
CZ Catanzaro Catanzaro Lido Spiaggia fronte foce fiumarella Entro i limiti
CZ Stalettì Caminia Spiaggia di Caminia Entro i limiti
CZ Gizzeria Caposuvero spiaggia fronte torrente Tridattoli Entro i limiti
VV Marina di Nicotera Lido Medameo Spiaggia fronte torrente Britto Inquinato
VV Joppolo Spiaggia fronte torrente Mandricelle Entro i limiti
VV Ricadi Torrente Ruffa Foce torrente Ruffa Fortemente inquinato
VV Vibo Marina Bivona Spiaggia fronte fosso S. Anna Entro i limiti
VV Pizzo Calamaio Foce fiume Angitola Entro i limiti
KR Crotone Foce torrente Passovecchio Fortemente inquinato
KR Isola di Capo Rizzuto Marinella Mare presso spiaggia Marinella Entro i limiti
KR Isola di Capo Rizzuto Le Castella Foce canale spiaggia a destra del castello
Fortemente inquinato
KR Cutro Steccato di Cutro Foce del torrente Tacina Entro i limiti
CS Tortora Foce del fiume Noce Entro i limiti
CS Scalea Foce del fiume Lao Entro i limiti
CS Bonifati Parise Spiaggia fronte fiume Parise Entro i limiti
CS Villapiana Villapiana Lido Foce canale del Pescatore Fortemente inquinato
CS Cassano Jonio Laghi di Sibari Foce del fiume Crati Entro i limiti
Il Monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo.
I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichiacoli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml
N.B.: Dal 2014 è obbligo per i comuni costieri apporre la cartellonistica informativa circa la classe di qualità delle spiagge (eccellente, buona, sufficiente, scarsa), secondo uno specifico format europeo, con tutte le informazioni sulla qualità delle acque, i dati degli ultimi prelievi e le possibili criticità della spiaggia stessa.
sul sito www.legambiente.it sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
Fonte:qui
domenica 16 luglio 2017
Pizzo Calabro è la città del gelato
Calabria, ecco perché Pizzo Calabro è la città del gelato
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Pizzo di Calabria |
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Tartufo di Pizzo |
Con semplici ingredienti come latte, uovo, zucchero, nocciola, cacao, aromi naturali i Maestri Gelatai di Pizzo Calabro hanno creato uno dei dessert più famosi d’Italia, il Tartufo di Pizzo, la cui ricetta segreta permette di produrre questa prelibatezza dalla tipica forma sferica ed il colore scuro che, ormai da anni, ha varcato i confini regionali diventando uno dei prodotti più apprezzati d'Italia. A renderlo cosi unico è, naturalmente, l'ottimo gelato artigianale con il quale viene preparato nella variante al cioccolato e alla nocciola, ricoperto di cacao in polvere. Il suo gusto inconfondibile e l'elevata qualità delle materie prime con le quali viene prodotto gli sono valsi una grande quantità di estimatori oltre che numerose menzioni in pubblicazioni specializzate.
Ma, al di là dell’ottima gastronomia, tutto il borgo è uno scrigno di luoghi affascinanti e ricchi di storia da scoprire. Si passa dal quattrocentesco Castello costruito da Ferdinando I d'Aragona che, nel 1815, divenne teatro della fucilazione di Gioacchino Murat, alle piazze e ai vicoletti fino ad una chiesa del tutto particolare, ovvero la Chiesetta di Piedigrotta, a circa un chilometro dal centro storico. E’ una meravigliosa opera d’arte dove si intrecciano miti e leggende e vanta un primato piuttosto particolare: supera per numero di visitatori anche i ben più celebri Bronzi di Riace.
La chiesetta si trova all’interno di una grotta che si apre nella roccia piena di conchiglie. E’ formata da una serie di profondità, bene articolate e complesse, dove si ergono vari gruppi di statue, affreschi e chiaroscuri, che creano all’interno atmosfere cangianti e mistiche. Le suggestioni variano in base all’inclinazione dei raggi solari che filtrano all’interno grazie a delle apposite aperture ben studiate.
Fonte: Turismo.it(Flaminia G.)
PIZZO ARCHIVIO FOTOGRAFICO
sabato 6 maggio 2017
Stop lavori Parco Archeologico Urbano Hipponion Valentia
La classe III AES del Liceo Capialbi ha organizzato un evento per denunciare la sospensione dei lavori di realizzazione del Parco Archeologico Urbano Hipponion-Valentia. A comunicarlo la professoressa Donatella Bruni, coordinatrice del progetto.
Gli studenti hanno svolto, nel corso dell’anno scolastico un Percorso di Monitoraggio Civico nell’ambito di ASOC (A Scuola di Opencoesione). Il Progetto di opencoesione analizzato riguarda la realizzazione del parco archeologico per un finanziamento di 3 milioni di euro.
In concomitanza con la Festa dell’Europa, il prossimo 9 maggio, gli alunni “chiamano a raccolta cittadini, associazioni e media per sollecitare l’Amministrazione Comunale alla ripresa dei lavori. Sarà inoltre presentata la Canzone Rap “Hip Hop Hipponion” scritta dagli studenti quale elaborato creativo finale del percorso ASOC.
Fonte:qui
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